Fox Guest

giovedì 10 maggio 2018

Angeli

https://www.youtube.com/watch?v=CeJ9Q-HFTTc&t=87s
Gli angeli di Marco di Francisca

Gli angeli sono creature mediatrici par excellence. Figure messaggere e annunciatrici, sin dall’etimologia, stringono insieme Dio e uomo, visibile e invisibile, trascendenza e immanenza. Gli angeli sono per Rudolf Steiner le entità custodi delle nostre incarnazioni. Henry Corbin definisce l’Angelo come «lo ierofante dell’essere, il mediatore e l’ermeneuta dei Verbi divini». Il volo dell’angelo sull’umano è elargizione di un accesso preferenziale a quel ricordo arcaico ormai perlopiù dimenticato: l’appartenenza all’Uno, all’Origine che racchiude in sé l’Inizio e la Fine, il passato da custodire e il futuro da progettare. È sul solco di tale simbologia universale che il pittore Marco Di Francisca ha scelto di sviluppare la propria recente poetica, infondendo nell’archetipo angelico un trascorso fatto di ricordi dolorosi – benché necessari e carichi di intrinseca dolcezza – e un presente ricco di energia.

Le figure leggiadre e soavi dell’immaginario dell’eclettico Di Francisca hanno trovato degna dimora. Mostrandosi come plastica rappresentazione di quell’Altrove che è alterità assoluta e, nel contempo, è radicato in interiore homine. In loro si completa l’indagine che il pittore ha svolto sulle folle umane, raffigurate in quadri caotici e grotteschi, dove l’allusione ai vizi e alle bassezze della nostra specie può anche diventare scanzonata e ironica curiosità verso i più disparati squarci di mondo. Questi grovigli di umanità, concepiti da Di Francisca durante il periodo di malattia della madre come portali verso un universo che per lei era ormai di difficile fruizione, sono presenti nelle tele.
Essi inverano le proprie configurazioni nel passaggio che dalla vita transita nel mutamento delle forme, nella reintegrazione cosmica che l’artista intravede come sbocco inevitabile dell’umano. E, di là da questa esistenza, si sviluppano come luce, energia potente e primaria che nei profili angelici si rende presente per chi sa guardare con occhi (e cuore) nuovi.

Negli angeli, che con eleganza percorrono le fotografie di Chiavari realizzate dall’artista, si ricorda che il lutto può lasciare spazio al senso della presenza costante dell’amato. Che reale e possibile si saldano nell’esperienza. Che l’arte è tale quando si rende capace di comunicare all’osservatore un contenuto intimo ma, grazie alla potenza auratica e simbolica dell’opera, trasmissibile. Che, infine, per dirla con Paul Klee, «l’arte non ripete le cose visibili, ma rende visibile».



Luca Siniscalco

























https://www.youtube.com/watch?v=CeJ9Q-HFTTc&t=87s

Nessun commento:

Posta un commento